Paolo Bitta |
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| CITAZIONE Tante dichiarazioni ma poco arrosto. Sergio Marchionne ha dato alla stampa presente al Salone di Ginevra materiale su cui scrivere e a noi questioni su cui discutere. Abile comunicatore, sa cosa dire, come e quando dirlo, ma, al di là dei titoloni, noi fatichiamo a dare sostanza a quanto riportato dalle agenzie. Temi importanti: Termini Imerese, scorporo del settore auto, alleanza con Peugeot e addirittura fusione con Chrysler.
Il capitolo Chrysler prevederebbe uno scorporo del settore auto dal resto del gruppo torinese in modo che si possa raggiungere una fusione con l’azienda americana. Non bastano, quindi, i progetti di condivisione dei pianali, le Lancia rimarchiate per il mercato statunitense e le Fiat 500 sul ponte di Brooklyn: stiamo assistendo ad un passo storico, se confermato. Se ne parlerà il 21 aprile prossimo alla presentazione del piano di sviluppo del gruppo. A noi restano molte domande: cosa comporterà la scissione del settore auto? In che termini si può pensare ad una fusione di due colossi di tali dimensioni? Ci saranno risvolti per gli stabilimenti sul territorio italiano?
Secondo aspetto, ma non per importanza, lo stabilimento di Termini Imerese. Marchionne si dispiace pubblicamente per i lavoratori siciliani coinvolti (e non vogliamo dubitarne) ma annuncia di non volerne più parlare, a causa del battage mediatico sempre più difficile da controllare. Non stentiamo a crederlo, d’altra parte migliaia di lavoratori a rischio disoccupazione sono un tema che non può non interessare. Per Termini, ad oggi, non ci sono prospettive concrete di sviluppo, che ne sarà dello stabilimento? Fiat ormai ha preso la sua decisione ed è comprensibile che Marchionne non voglia più parlarne. Però, ci sentiamo di dargli un consiglio: se interrogato nuovamente sulla questione, accoglieremo meglio un “no comment”.
Da tutte queste partite, Peugeot resterà fuori e l’alleanza esistente - ad oggi circoscritta al segmento veicoli commerciali - non vedrà ulteriori coinvolgimenti. Fu proprio Marchionne che prevedette una serie di accorpamenti fra i grandi player dell’auto fino a poter contare pochi grandi gruppi: quali sono le carte che intende giocare in proposito? Basterà l’alleanza con Chrysler per far parte di questa elite di futuri sopravvissuti?
Infine, uno stimolo alla speranza per un settore - quello dell’auto - in piena crisi: il mercato si riprenderà nel 2013, ci vorranno 3-4 anni, secondo Marchionne, perchè si possa normalizzare il settore. Ma la crisi sarebbe passata, annuncia il manager, ora va solo gestita. Ricorda anche che il mercato italiano senza gli incentivi si attesterà intorno agli 1,75 milioni di unità vendute nel 2010. Che in 4 anni il settore auto si riprenda lo speriamo tutti ma non tutti ne sono convinti. E voi?
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